Rivoluzione Instagram, spariscono i like? Perché e come cambia il mondo dei Social
La rivoluzione su Instagram è iniziata: piccola come un cuoricino ma enorme nell’impatto che potrebbe avere sugli utenti. Un cambiamento per cui il “Mi piace” è tutt’altro che scontato.
Sicuramente, soprattutto se sei un “Instagram addicted”, te ne sarai già accorto: da qualche tempo entrando sulla piattaforma potresti non vedere più il numero dei like sotto ai post. Se prima sotto ogni singolo post leggevi “piace a 100 persone”, per fare un esempio, adesso c’è solamente la scritta “piace a Mario Bernasconi e altre persone”.
L’utente, quindi, vede solamente il nome delle persone che hanno messo il like con l’indicazione generica di gradimento di altri amici, ma non più il numero esatto di “mi piace” guadagnati. Un dato, quello numerico, che è visibile solamente al titolare dell’account che ha postato la foto. Una rivoluzione che presto dovrebbe riguardare anche Facebook
.
Ma perché tutto questo? E soprattutto quali conseguenze avrà questa scelta per il mondo dei social e per tutti quelli che sul numero di like hanno costruito il proprio business? Spariranno i cosiddetti influencer?
Spariscono i like da Instagram?
Innanzitutto cerchiamo di capire il perché si è arrivati a questa decisione.
La spiegazione ufficiale è stata data qualche mese fa da Tara Hopkins, Head of Public Policy EMEA di Instagram
: “La piattaforma ha lo scopo di far sentire libere le persone di esprimersi e l'attenzione va posta non sul numero di like ricevuti, bensì sulla sostanza delle condivisioni, che si tratti di foto, di post o di video”.
Da qui l’avvio di diversi test in vari paesi per capire come questa scelta possa cambiare (si spera in meglio) l’esperienza su Instagram.
Dunque lo scopo principale sembra essere quello di voler migliorare questa esperienza degli utenti, eliminando l’ansia da like tanto diffusa e dannosa soprattutto su giovani e giovanissimi, ma non solo, alla ricerca costante dell’approvazione e dell’accettazione da parte degli altri
misurata in numero di cuoricini sotto i post su Instagram.
Un fenomeno che spinge a una competizione spietata che spesso sfocia nel bullismo.
Una corsa al like che travolge anche gli adulti, che postano solo per ottenere riprova sociale
. Una vera e propria ossessione, per alcuni, che condiziona vite e distrugge l’autostima.
Oltre che un impoverimento del contenuto del social, ridotto ad una carrellata di immagini tutte simili tra di loro, il cui unico scopo è quello di collezionare like: basti pensare a quanti gattini e tramonti imperversino su Instagram…Se il gattino “tira” e guadagna tanti like, allora ecco un’infestazione di gattini sul social.
Da qui la volontà di puntare maggiormente sulla propria individualità, postando immagini originali anche se non “popolari”, per essere apprezzati per quello che si è e non perché si segue la massa e il modo di pensare ormai standardizzato dagli influencer più famosi.
Esagerazione? Non sembra, almeno considerando una ricerca di Kaspersky Labs, secondo la quale solo il 31%, cioè un utente su tre, non si preoccupava del numero di like ricevuto quando pubblicava un post
; il 24% degli uomini e il 17% delle donne addirittura si arrabbiava se non avesse ricevuto tanti mi piace quanti quelli nelle sue aspettative iniziali. Da un lato, quindi, una motivazione etico-qualitativa.
Addio like su Instagram? E che fine faranno gli influencer?
Dall’altro, però, c’è l’aspetto economico: se io pubblico delle foto e vedo che non piacciono, dopo un po’ sono a disagio nel mostrare che i miei post hanno pochissimi like e smetto di usare Instagram, facendo così diminuire il giro d’affari della piattaforma.
Il cambiamento non porta, dunque, soltanto conseguenze di tipo “sociale”: uno degli aspetti altrettanto importanti e interessanti è quello del business
. Che fine faranno Ferragni, Kardashian & C. se non sarà più visibile il numero di like su cui hanno costruito i loro (considerevoli) imperi?
Probabilmente per gli influencer più celebri avere il numero di “mi piace” nascosto non porterà a una diminuzione di valore perché l’algoritmo dei social è in grado di calcolare la quantità del gradimento, però siamo davanti a una nuova fase che sicuramente porterà a qualche riflessione.
Come potrebbe cambiare la strategia dell’influencer marketing
Per il mondo dell’influencer marketing sarebbe infatti una rivoluzione epocale
.
A livello di marketing, è ormai pratica comune per le aziende che decidono di investire in una campagna con un influencer considerare il numero di “mi piace” come segno dell’impatto reale di un account, anche se è evidente che un like non equivale necessariamente a una conversione.
Una pratica che a volte, nel peggiore dei casi, porta a fare i conti con like acquistati per dare più valore ai propri profili.
Nel momento in cui, invece, viene a mancare la prova del like si potrebbe aprire una nuova era:
quella di un uso meno “ansioso” dei social, ma anche più etico e consapevole, con maggiore attenzione, soprattutto da parte degli influencer, alla qualità del contenuto che si deciderà di condividere con la propria community di follower.
E questo passaggio interesserà anche le aziende che potrebbero decidere di avviare una conoscenza più approfondita degli influencer e professionisti del settore con cui avviare una collaborazione
.
Oppure, al contrario, le aziende potrebbero decidere di “saltare” gli influencer, dal momento che non si avrebbe più la prova “numerica” della loro visibilità, creando direttamente inserzioni proprie su Instagram.
Insomma, una svolta più “etica”? Forse, intanto Instagram prosegue con i suoi test.
Ma c’è anche chi vocifera che potrebbe nascere una versione a pagamento di Instagram, una piattaforma premium, che potrebbe offrire tra le altre cose anche la possibilità di mostrare il numero esatto di like guadagnati da ogni singolo post.
C’è da immaginare che non verrà meno l’analisi delle performance dei contenuti su Instagram, ma che semplicemente cambierà. Verranno, cioè, individuati altri parametri che indicheranno il successo di un post che non sarà più determinato solamente dal numero dei like.
La rivoluzione è cominciata?
Autore

Guglielmo Arrigoni
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