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Remarketing. Cos'è e come può esserti utile.

Ti è mai successo di cercare un prodotto su Amazon e poi di ritrovarti su tutte le altre pagine aperte del browser dei banner che pubblicizzano proprio quell’oggetto? Le prime volte è davvero inquietante, ci si sente osservati tipo Grande Fratello.

 

In realtà si tratta di una precisa strategia che si chiama remarketing. Questo processo consiste nel seguire quei visitatori che sono passati dal tuo sito ma che poi se ne sono andati senza lasciare traccia. 

Grazie al remarketing puoi recuperare quegli utenti cercando di portarli a concludere l’azione desiderata, che sia l’acquisto, la compilazione di un form o la fruizione di un prodotto appena comprato.

 

In qualche modo se l’utente è arrivato sul tuo sito è perché è interessato a quello che proponi ma per qualche motivo non ha finalizzato la “conversione”. Grazie al remarketing potrai tenere alta l’attenzione verso il tuo sito web riproponendo le tue offerte migliori a potenziali clienti che già conoscono la tua azienda e che, quindi, sono già un passo avanti nella propensione all’acquisto.


È come se quel prodotto che hai cercato continuasse a bussare alla tua porta, a mostrarsi in tutto il suo splendore e a ricordarti quale splendido affare faresti se approfittassi della magica offerta che ti viene proposta.

Capisci quali sono i vantaggi che questa strategia può portare al tuo business? Quanti sono i visitatori che ogni giorno passano per il tuo sito, guardano e poi abbandonano per i più svariati motivi? Non per forza perché non sono interessati, ma magari perché in quel momento erano di fretta e non sono riusciti a completare la conversione.


Il remarketing ti consente di andare a ripescarli e riproporgli quel prodotto che avevano cercato.

Ma come funziona il Remarketing?

Per sviluppare il processo di remarketing è necessario tracciare i dati relativi all’utente che visita il tuo sito e alla sua navigazione attraverso i cosiddetti cookies.


Questi dati verranno poi utilizzati per reindirizzare il visitatore nuovamente verso il tuo sito per spingerlo alla conversione. Ovviamente per dati non si intendono quelli sensibili, ad esempio nome e cognome, ma le mosse dell’utente (soprattutto le pagine visitate) in modo da capire cosa gli interessa e a che punto si trova nel processo di acquisto.


In base a queste informazioni al visitatore verranno mostrati principalmente annunci pubblicitari altamente personalizzati in base ai prodotti che ha cercato o alle pagine che ha guardato.


È come se tu avessi voglia di un gelato al cioccolato ed entrando in un bar il cameriere te lo servisse senza neanche averlo ordinato. Comodo, no?

Quali sono le strategie di remarketing?



Esistono diverse tecniche e strumenti che ti consentiranno di rendere il tuo sito visibile a chi lo aveva abbandonato. 


  1. Remarketing del sito: ti consente di andare a riprenderti quei visitatori che erano già atterrati sul tuo sito ma che poi lo avevano abbandonato

  2. Remarketing delle email: ti permette di aumentare la tua visibilità presso quel pubblico che ha aperto le tue email tramite un cookie che viene rilasciato e lo rende tracciabile. In questo modo quando quei visitatori andranno a navigare su internet, visualizzeranno annunci inerenti a quanto letto via email

  3. Remarketing dei Social Media: questa strategia andrà a raggiungere i visitatori che hanno navigato sul tuo sito direttamente dai Social Network

  4. Remarketing per i motori di ricerca: è una strategia che si usa per i servizi di Google Ads. Quando l’utente che aveva visitato il tuo sito va su Google per effettuare una nuova ricerca legata ai prodotti simili ai tuoi visualizzerà un annuncio testuale che ne catturerà l’attenzione

Ora che sai a cosa applicare il remarketing è il momento di costruire una campagna efficace di remarketing, che non ti faccia spendere troppi soldi e ti consenta di ottenere tanti nuovi clienti.

Ecco le 7 regole d’oro per creare una campagna di Remarketing che ti permetterà di far volare il tuo business:

  1. Scegli annunci dinamici anziché standard: i primi, infatti, ti consentono di creare offerte personalizzate a seconda dell’interesse dell’utente. Un annuncio standard, invece, è per forza di cose generico e rischia di non andare a colpire nel segno il visitatore che ha abbandonato il tuo sito

  2. Segmenta il tuo pubblico: per creare un annuncio personalizzato, come ti consigliavo prima, innanzitutto devi conoscere il tuo pubblico, sapere a chi ti vuoi rivolgere. Differenzia, quindi, il codice di tracciamento nelle diverse pagine in modo da creare campagne sempre più precise e mirate, almeno tenendo come punto di partenza le categorie dei prodotti. Ad esempio se vendi attrezzature sportive differenzia tra gli sci e le canoe. In questo modo sarà più semplice centrare il reale interesse di chi visita il tuo sito. Di sicuro non puoi pensare di ottenere risultati super con un annuncio standard sulle tavole da snowboard se chi è entrato nel tuo sito cercava costumi da bagno, non credi?

  3. Concentrati sui prodotti che vanno per la maggiore: non sprecare il tuo prezioso budget per campagne che riguardano prodotti che vendono poco o con bassi margini. Fai una selezione e scegli di attivare campagne per i prodotti per i quali la fetta di mercato è più ampia e la gente spende di più

  4. Non puntare solo alla vendita: un potenziale cliente che ha abbandonato il tuo sito dopo pochissimo tempo potrebbe sentirsi braccato se venisse bersagliato subito dopo da annunci che lo incitano ad acquistare. In certi casi meglio un approccio più soft: offrigli guide gratuite da scaricare, ad esempio, sempre inerenti al tuo settore e ai tuoi prodotti/servizi. In questo modo potrai conquistarlo e in qualche modo educarlo a ciò che vendi stimolando il suo senso di necessità

  5. Non diventare uno stalker: non esagerare con gli annunci, altrimenti il cliente si sentirà perseguitato e potresti ottenere l’effetto contrario, anziché guadagnare visibilità per il tuo brand guadagneresti solamente odio! Imposta un limite massimo di frequenza con cui l’annuncio si propone, per diventare familiare ma non fastidioso

  6. Lavora contro l’abbandono del carrello: è proprio sui clienti che aggiungono prodotti al carrello senza poi finalizzare l’acquisto che devi puntare con le tue campagne di Remarketing. Se hanno visitato il sito e hanno aggiunto i prodotti vuol dire che l’interesse c’è ed è alto. In questo caso è giusto battere il ferro con strategie che riconducano il potenziale cliente verso il carrello abbandonato. Magari offrendogli la spedizione gratuita per invogliarlo a tornare e comprare

  7. Monitora i risultati: questa è la più aurea delle regole d’oro. Tieni sempre sott’occhio i dati dei tuoi annunci in modo da sapere esattamente se funzionano oppure no. Solo così potrai modificare quello che non va e insistere su quello che funziona senza sprecare tempo e denaro

Quali sono i vantaggi del Remarketing per la tua azienda?

I numeri parlano chiaro: un’efficace campagna di Remarketing può far aumentare del 40% in un mese le visite al sito web di un’azienda e crescere il tasso di conversione del 150% (secondo uno studio di Across).


Inoltre, il 26% degli utenti che hanno abbandonato il tuo sito e vedono un banner relativo ad esso quando navigano è invogliato a cliccarlo.


Insomma, un’attività di Remarketing fatta bene aumenta il tasso di conversione, fa crescere la visibilità del tuo brand, ti permette di raggiungere il potenziale cliente nel momento migliore e ti consente perfino di rubare utenti sotto il naso ai tuoi competitor.


In poche parole, la forza del Remarketing è quella ti trasformare una perdita (il cliente che ha abbandonato il tuo sito senza comprare) in una potenziale vendita.


Un’opportunità non da poco, non credi?


Ora non ti rimane altro da fare che rimboccarti le maniche e approfondire queste tematiche, la conoscenza è la chiave per far sì che la tua strategia digital funzioni.


Al prossimo articolo!

E ricorda: la formazione non è un costo ma un investimento su di te e il tuo futuro.

Autore

Guglielmo Arrigoni

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