Sempre di più oggi si sente parlare di Neuromarketing. Ma di cosa si tratta? E soprattutto, come può aiutarti nella tua strategia digital?
Cerchiamo innanzitutto di capire cos’è il Neuromarketing.
Si tratta di una disciplina che applica le conoscenze e le pratiche neuroscientifiche al marketing. Utilizzando tecniche di neuroscienza, del comportamento dei consumatori di fronte all’applicazione di diverse tecniche di marketing (come la pubblicità), tale disciplina si dedica alla ricerca e alla previsione.
Come puoi già capire, il Neuromarketing unisce più aree scientifiche, come neurologia, psicologia e marketing, per studiare cosa avviene nel cervello del consumatore durante l’esperienza di acquisto o l’approccio a un particolare prodotto o brand.
Quindi come si comporta l’utente nella scelta di prodotti diversi, che impatto e che
reazioni una certa pubblicità può suscitare, quali elementi attirano l’attenzione e quali invece no; si tratta di uno strumento evidentemente molto potente perché ti permette di capire ciò che il consumatore vuole e migliorare la sua esperienza complessiva.
In parte lo hai già capito: l’obiettivo di questa disciplina è comprendere i meccanismi della mente umana in modo da ottimizzare le strategie di web marketing.
Oggi i consumatori sono bombardati da messaggi e informazioni ed è sempre più difficile per un brand o un’azienda emergere e farsi notare: è chiaro, dunque, che conoscere il modo in cui il cervello reagisce a certi stimoli permette di trovare nuovi metodi e strategie per far sì che il tuo brand riesca a colpire.
Come avrai già sperimentato tante volte anche tu, quando scegliamo un prodotto piuttosto che un altro non sempre ragioniamo in maniera logica e razionale. Spesso entrano in gioco reazioni e aspetti emozionali, del subconscio, che prendono il sopravvento.
Tra gli studi più famosi relativi all’utilizzo delle tecniche di Neuromarketing c’è quello che ha messo a confronto due colossi come Pepsi e Coca Cola.
L’obiettivo era capire come il giudizio dei consumatori venisse influenzato dagli aspetti culturali.
Ebbene, se il prodotto veniva testato senza rivelare il marchio, il campione di consumatori coinvolto preferiva Pepsi. Se invece la marca veniva rivelata, il 75% del campione affermava di preferire Coca Cola. Questo perché a orientare la preferenza dei consumatori non era il gusto della bevanda, ma le aspettative legate all’immagine del brand e alle esperienze passate.
Le implicazioni sono molto forti: puoi avere anche il prodotto migliore del mondo, ma se la tua comunicazione e le tue strategie di pubblicità non vanno a colpire i tasti giusti il successo non è scontato.
L’esempio del confronto Pepsi-Coca Cola ci spiega anche perché oggi si prediliga il Neuromarketing rispetto ad altri strumenti più tradizionali, come i sondaggi, per studiare le preferenze dei consumatori: secondo gli studi,
il 90% delle nostre decisioni di acquisto sono prese inconsciamente. Dunque, studiare le reazioni inconsce dei consumatori rispetto agli stimoli del marketing permette alle aziende di migliorare il proprio prodotto e il modo in cui esso viene comunicato.
Le potenzialità che offre questa disciplina sono molte. Il primo e più immediato vantaggio, come già sottolineato, è che permette di modellare le strategie di marketing per arrivare ai risultati prefissati. Sapendo ciò che l’utente vuole, il prodotto e la comunicazione possono essere cuciti praticamente su misura, generando una forte connessione e aumentando l’engagement. Inoltre, a differenza dei sondaggi, non rischia di essere influenzata dalla coscienza del soggetto e non è invasiva, in quanto non richiede alcuna domanda al consumatore.
Il Neuromarketing è la frontiera con cui si stanno confrontando le agenzie pubblicitarie già da tempo. È per questo che le campagne già da anni cercano di rompere gli schemi tradizionali per andare in nuove direzioni: a volte basta una piccola idea vincente per fare la fortuna di un brand.
Ecco allora che le pubblicità sono sempre meno “logiche” e più emozionali e cercano di coinvolgere e stuzzicare tutti i sensi.
Gli ambiti in cui il Neuromarketing può essere applicato sono diversi. Vediamo i principali.
Voglio soffermarmi su quest’ultimo punto: come applicare il Neuromarketing al tuo sito web?
1.Usa bene i colori: siccome la vista è il senso principale che viene attivato, i colori vanno utilizzati sapientemente in base alle reazioni emotive che suscitano. Se vuoi dare un’impressione di eleganza (e dunque attirare una fascia più alta di clientela) utilizza il nero; scegli il rosso se invece vuoi puntare sulla passione e il verde se ti occupi di ambiti green.
2.Usa immagini e video dei tuoi prodotti: questo aumenterà il tempo trascorso sul suo sito perché attirerà l’interesse dell’utente. Ancor di più se scegli immagini di persone che guardano l’oggetto che stai pubblicizzando
3.Scrivi i prezzi in modo “furbo”: ormai è una tecnica stra-utilizzata, ma usare numeri come 0,97 o 0,99 anziché la cifra intera danno una sensazione di prezzo più basso
4.Usa titoli accattivanti: il titolo è la prima cosa che salta all’occhio, quindi punta su frasi e parole attrattive per catturare l’attenzione dell’utente, come “offerta”, “promozione” o “gratis”
5.Punta sulla scarsità e sull’urgenza: spingere sul concetto che quello sconto ha un tempo limitato o che la quantità di merce disponibile è fino a esaurimento scorte o con pochi pezzi spingerà il consumatore a comprare senza temporeggiare.
6.Mostra le recensioni: daranno al tuo sito e al tuo prodotto un senso di affidabilità e credibilità
7.Offri assistenza: in questo modo l’utente non si sentirà abbandonato e percepirà il tuo sito come più accogliente
8.Studia l’ordine dei prodotti: i primi che appaiono nella lista sono quelli che hanno più probabilità di vendere, quindi colloca all’inizio quelli su cui vuoi puntare e/o su cui hai dei margini più elevati
9.Crea delle sezioni accattivanti: “i più venduti”, “novità” ecc, daranno un senso di aggiornamento costante del tuo sito ma sfrutteranno anche la “riprova sociale” per indurre all’acquisto e superare la naturale diffidenza dei nuovi clienti
10:Non esagerare con le informazioni: troppe opzioni rischiano di confondere l’utente e spingerlo ad abbandonare l’acquisto.
Questi sono soltanto alcuni spunti che ti permettono di capire perché non è da sottovalutare l’idea di investire sul Neuromarketing: studiare le reazioni dei consumatori a diversi stimoli in modo più scientifico rispetto ai sondaggi tradizionali permette di avere risposte più precise e di svelare ciò che realmente motiva le loro decisioni di acquisto. Ciò permetterà alla tua azienda di aumentare le vendite, migliorare l’esperienza dell’utente e far crescere il tuo business.
Al prossimo articolo, e ricorda: la Formazione non è un costo, ma un investimento su di te e il tuo futuro.
Guglielmo Arrigoni
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